Camminata sul ‘Tratturo magno’ e per ‘Furfo’

La camminata prevede la visita ai resti del sito dell’antica Furfo e il percorso di un tratto del Tratturo magno fra Peltuinum e S. Demetrio ne’ Vestini. Il tracciato complessivo, di circa 4 km, è mostrato in rosso nella foto sottoriportata, in cui sono indicati, come segnaposti, i principali punti di interesse e i riferimenti geografici.
Il punto di partenza della camminata è il piazzale della struttura di ristoro sulla destra della statale SS. 17 (direzione Navelli), al bivio per Barisciano, proprio sopra i resti dell’antico ponte romano che le sta alla sinistra.
Si segue, verso sud, la strada asfaltata che porta a Peltuinum; dopo ottocento metri circa, prima di arrivare al Centro della Forestale, si scende per un sentiero sulla destra che si immerge subito nella campagna e nella folta vegetazione. Il sentiero e’ delimitato, dal lato della strada, da un muro di pietre a secco, alto un paio di metri; scendendo a valle, il sentiero si slarga e si innesta nel Tratturo.
A un certo punto, sulla sinistra,prima di arrivare al tratturo, sono visibili in uno spiazzo dei pietroni che spuntano dall’erba in un certo allineamento; alcuni ritengono siano i resti di un tempio italico – romano il cui perimetro si potrebbe immaginare dalla loro disposizione e dalla presenza di qualche altra grossa pietra come agli angoli. Tre grandi noci e vari alberi di mele stanno lì intorno.
La presenza nell’area di Furfo di un tempio romano dedicato a Giove Libero sarebbe attestata da una iscrizione lapidea rinvenuta nella zona e conservata al Museo dell’Aquila, che ne attesterebbe anche l’anno di costruzione (58 d.C). Altri ritengono che questo tempio romano sarebbe da localizzare nel sito stesso in cui sarebbe stata poi costruita, riutilizzandone alcuni materiali, la chiesetta di S. Maria a Forfona.
Si arriva così al Tratturo magno, del quale si nota ancora la larghezza (era piu’ di 100 metri) e i suoi muri perimetrali in cui sono visibili dei ceppi indicativi; si segue il tratturo in salita per circa 400 metri, per poi deviare
a destra e salire sul colle dove si intravedono dei ruderi; è ciò che resta dell’antica Furfo, un “vicus” o un “pagus” peltuinate. Sulla sommita’ se ne vedono altri (di uno di loro, forse un tumulo, è riportata sotto la foto).
Fra loro, ci sono anche i resti della chiesetta di S. Maria di Forfona (l’evidenza di alcune strutture ed elementi romani rafforzerebbe l’ipotesi della sua edificazione su un edificio romano) consacrata chiesa attorno all’anno mille.
A questi anni devono risalire i resti della finestra ogivale posta sul retro. Purtroppo questi resti sono oggi in un cattivo stato di conservazione che ne richiede un restauro.
Riportiamo, assieme a una recente foto di parte di cio’ che resta della chiesa, quella di una trentinad’anni fa (ricavata da un libro), quando ancora la facciata della chiesa era pressoche’ integra e presentava un arco a tutto sesto.
