Carsoli, Oricola, Pereto

Il Comune di Carsoli (Carseoli) è posto lungo la Via Valeria, ai margini della Piana del Cavaliere, a circa 600 m di altitudine ed e’abitato da 5000 persone ripartiti in sette frazioni: Colli Montebove, Monte Sabinese, Pietrasecca, Poggio Cinolfo, Tufo di Carsoli, Villa Romana, Villetta.
L’antica Carseoli era colonia romana, fondata nel 298 a.C. (LIVIO, X, 13,1) e la sua posizione lungo la via Valeria era di circa 63 miglia da Roma, a tre chilometri ad ovest dell’attuale Carsoli, non lontano dalla stazione ferroviaria di Oricola- Pereto. Columella ne lodava le vigne, mentre Ovidio le messi, lamentando pero’ il clima freddo (Fasti, IV, 684-685).
Nell’anno 167 vi fu confinato Bitis figlio di Coti re di Tracia, sconfitto e fatto prigioniero da Paolo Emilio (LIVIO, X, cap. 3). Alleata con Roma durante la guerra sociale (91 a.C.), Carseoli fu assediata e distrutta dagli alleati italici ( FLORO II, 6, 11-13), ma fu poi ricostruita e divenne municipio, come risulta da una epigrafe (CIL, IX, 4067), retto da quattuorviri, cioè da quattro magistrati che amministravano la giustizia e la polizia urbana. Fu tra le città più importanti della regione Valeria, come scrisse lo storico Paolo Diacono; con l’invasione dei Longobardi fu conquistata e distrutta da Agilulfo loro re (591-616).
Ricostruita, fu di nuovo distrutta nel X secolo dai saraceni, evento che spinse gli abitanti a ritirarsi in un luogo più sicuro e difendibile, attorno alle celle dei monaci e alla chiesa di Santa Maria in Cellis; qui, dove venne fondato il monastero di S. Maria in Cellis, si venne organizzando con il favore del conte dei Marsi Rainaldo il borgo medievale di Carsoli, costituito da un agglomerato di abitazioni. Risale infatti a questo periodo, per esigenze di difesa, la fondazione di molteplici castelli e rocche nella valle dell’Aterno (Collimento, Ocre), nella Marsica (Massa, Carsoli) e sui versanti della Maiella (Pacentro e Palena).
Pochi anni dopo, agli inizi dell’XI secolo, il territorio carseolano e la chiesa di S. Maria in Cellis furono donati al monastero di Subiaco dal conte Rainaldo (documenti del Regesto Sublacense).
I conti dei Marsi dominarono per due secoli la contea, ma alla morte di Berardo IV, le lotte per la successione tra i figli, Berardo, Sigismundo, Rainaldo e Pometta, favorirono la conquista normanna della Marsica.
Una volta entrata a far parte del Regno Normanno di Sicilia, la contea dei Marsi venne divisa in tre parti da Ruggero II d’Altavilla tra i discendenti dei Berardi; ad Oderisio spettò Carsoli, a Berardo il feudo di Albe e a Rainaldo la contea di Celano.
Dal catalogo dei Baroni apprendiamo che Todino, figlio di Oderisio era signore del feudo di Carsoli. Con la caduta dei conti dei Marsi, Carsoli appartenne alla contea di Albe.
Secondo la tradizione nel 1216 fu fondato il convento di S. Francesco presso Poggio Cinolfo dallo stesso Santo, il quale fu ospite di Carsoli per qualche tempo.
Carsoli fu feudo degli Orsini, quindi dei Colonna fino al 1806, anno dell’eversione della feudalità.
Tra i monumenti degni di nota senza dubbio è da vedere la chiesa romanica di S. Maria in Cellis, edificata nel 1132 ma ampiamente rimaneggiata nel Settecento. La chiesa si trova presso il Cimitero e presenta una facciata di stile rinascimentale con coronamento orizzontale e cornice marcapiano; il portale architravato è ornato da decorazioni vegetali e sostiene una lunetta anch’essa decorata.
Il massiccio campanile, sulla sinistra della facciata, e’ in stile romanico e presenta bifore e monofore; l’interno è a sala unica ma diviso da un arco in due campate.
Il castello di Carsoli i cui resti oggi sono ridotti a tre torri e avanzi di cortine, fu rifondato nel 1293, forse da Carlo II d’Angiò, sui ruderi della originaria struttura difensiva fatta realizzare dal conte Raimondo, intorno all’anno mille, sulla parte più alta del colle S. Angelo, quale torre di difesa ed avvistamento per il controllo della Piana del Cavaliere.
Nel centro di Carsoli è presente la chiesa parrocchiale di S.Vittoria, fatta costruire da Carlo I o II d’Angiò e molto ampliata nel XVI e XVII secolo; inizialmente a croce greca, ora croce latina, presenta ben otto cappelle laterali, oltre l’altare maggiore ed un grande coro.
Il campanile originario fu rialzato di circa un terzo.
(Pro loco cell.3406096452)
Comune di mille abitanti, Oricola è posto su di un’altura di 810 m tra la Piana del Cavaliere ed il bacino del fiume Imele. Il borgo nacque dopo le invasioni saracene ed ungare sotto il suo castello, che era a pianta quadrata con massicce mura e quattro torrioni angolari; sui suoi resti venne edificata nel secolo XI dai conti dei Marsi una massiccia rocca a pianta triangolare, con funzioni di controllo.
Le prime notizie riguardanti Oricola risalgono all’anno 816 e lo citano come patrimonio dall’abbazia benedettina di Subiaco.
Esattamente due secoli più tardi vi trovò rifugio e dimora il conte dei Marsi Rainaldo IV, divenendo signore del borgo. Nel marzo1096 Aldegrina, vedova di Rainaldo e abitante in Oricola, fece dono del castello di Auricola (Oricola) e quelli di Pereto, Fossacesia, Camerata, al monastero di Montecassino.
Nell’anno 1150 Oricola e’ documentato come feudo di un soldato a cavallo appartenente alla famiglia De Ponti e, più precisamente, per una metà a Todino e per l’altra al fratello Rainaldo. Gia’ in quegli anni il castello del borgo non doveva essere in buone condizioni, dato che nel 1239 l’imperatore Federico II emano’ uno statuto per far riparare i castelli della corona e fra questi compare il Castrum Auriculae (Oricola).
Nel 1242 il borgo, che ospitava gli abitanti di Carsoli fuggiti dal loro borgo distrutto da Federico II, subi’ anch’esso l’offensiva dell’imperatore e subi’ notevoli danni.
Successivamente (1381) si insediò ad Oricola la famiglia Orsini, con il generale delle truppe tiburtine Adriano Montaneo e dall’anno 1496 in poi quella dei Colonna.
Oltre al castello, la cui attuale struttura a pianta triangolare e tre torri cilindriche ai vertici risale al XV secolo e che al momento ospita uffici del Comune, altri importanti monumenti di Oricola sono la chiesa parrocchiale di S. Salvatore e la chiesa di Santa Restituta; la prima, restaurata nel 1773, e’in stile barocco, l’altra ha all’interno affreschi del XIII secolo.
Comune di circa 700 abitanti posto a 800 m di altitudine, centro agricolo dell’alta Valle del Turano. Il suo territorio era abitato dagli antichi Equi, i quali furono annientati da Roma nel 304 a.C.; nei suoi dintorni sono venuti alla luce materiali databili al V secolo a.C., resti di villa romana, tombe e molte epigrafi.
Pereto conserva bene la sua antica struttura di antico borgo medievale fortificato del XII secolo, con un castello dalle imponenti torri.
La prima notizia scritta riguardante Pereto si ha in una conferma dei beni al monastero benedettino di Subiaco fatta da papa Niccolò I (858-867) . Nel 955 l’abate di Montecassino Aligerno (948-985) concede al conte dei Marsi Rainaldo II, in enfiteusi, la chiesa di S. Silvestro di Pereto che un secolo più tardi ritroviamo tra i possessi dell’abbazia di Farfa. Nel marzo del 1096 la contessa di Oricola Aldegrina, vedova di Rainaldo IV conte dei Marsi, fa dono al monastero benedettino di Montecassino, dei castelli di Auricola, Camerata e Pereto.
In epoca normanna e precisamente nell’anno 1185 Pereto, feudo di un soldato a cavallo, era posseduto per due quinti parte da Todino e Rinaldo, figli di Oderisio De Ponte; le tre parti rimanenti appartenevano a Oderisio di Verrecchia, Malastrino di S. Donato e Bonaventura di Tagliacozzo. Nel periodo svevo il castello di Pereto era retto da Galvano Lancia e Federico di Antiochia, mentre nel 1269 era signore Oderisio De Ponte e nel 1278 fu ereditato dal figlio Andrea.
La famiglia De Ponte sparì dalla scena Marsicana nel 1374 quando questi feudi furono venduti agli Orsini, dai quali nel XV secolo passarono, per donazione del Re di Napoli, ai Colonna che ne furono signori fino al 1806, anno dell’abolizione dei feudi.
Il castello di Pereto, situato nel centro del borgo e circondato da triplice cinta di mura con più porte di ingresso, è senza dubbio un classico esempio di fortificazione normanna, realizzato per il controllo dei punti di accesso alla piana del Fucino, il cuore della contea di Celano.
Da ricordare sono la chiesa di S. Giorgio Martire, edificata intorno al 1300 e ristrutturata nel 1584 ed il convento di S. Maria dei Bisognosi.
Prossima all’attuale Civita di Oricola, adagiata su di un pianoro detto oggi ‘Piano della Civita’, dove in passato sono venuti alla luce resti di acquedotto, tratti di mura dalla città. A. LA REGINA- F. COARELLI, Abruzzo e Molise, cit., pp. 60-62; M. Buonocore, L’Abruzzo e Molise, cit., pp. 735-753; 755-773.
Il monastero benedettino maschile, fu donato nel 1060 al monastero di Montecassino, che lo amministrò fino al XVII secolo. M. INGUANEZDocumenti del Monastero di S.Maria de Cellisconsrervati nell’Archivio di Montecassino,in Boll. Deputazione Abruzzese di storia patria, 1916-17, pp. 127-158.
Cat. Bar. 1115….filii Oderisii Todinus de Pontibus tenet in capite a domino Rege….Garzoli medietatem Auricule quod est pheudum I militis.
Il Regesto sublacense del secolo XI. Pubblicato dalla Reale Società romana di storia patria, a cura di L. ALLODI e G. LEVI, Roma,1885.
P. CORSIGNANI, Reggia Marsicana ovvero Memorie Storiche di varie colonie , e Città antiche e moderne della Provincia dei Marsi e di Valeria…Napoli 1781, p. 207. Nel 1016 Berardo dei conti dei Marsi, spalleggiato da Riccardo il Normanno, si arrogò il diritto del feudo di Carsoli, a scapito dei fratelli Siginulfo, Pometta e Rainaldo che riparò ad Oricola. A. LAURENTI, Orticola e contrada carseolana nella storia di nostra gente. Una fonte per la storia tra Lazio e Abruzzo, Tivoli 1933.
L’atto venne stipulato il 26 marzo del 1096 per volontà testamentaria di Aldegrina, figlia di Landolfo IV, principe di Capua.E: GATTOLA,Ad Historiam Abbatiae Cassinensis accessiones, Venezia, vol. I, p. 212.
E. WINKELMANN, Acta imperi inedita seculi XIII, Insbrick, 1880, pp. 768-784, per l’Abruzzo pp. 779-780.