Civitaretenga


Civitaretenga, la medievale Civitas Ardengi [1],

vista da lontano

era un abitato che in epoca romana era posto in prossimità della via Claudia Nova come attestano numerosi reperti archeologici rinvenuti nel suo territorio fino a Navelli[2]. Dopo la caduta dell’Impero romano il borgo fu riorganizzato su di un rilievo a difesa dalle invasioni barbariche e per dominare la valle sottostante.

Documenti riportano che il possesso del borgo era, in epoca normanna, suddiviso fra Oderisio di Collepetrano (con l’obbligo di fornitura di un soldato a cavallo) e da Oderisio di Bisanto[3], mentre la sua chiesa, di S. Giovanni di Monaldo, apparteneva alla diocesi di Valva[4]. Per questo motivo il borgo, pur partecipando alla fondazione della città dell’Aquila con una tassazione di 6 once d’oro e appartenendo al Quarto di S. Maria[5] della citta’, non vi ebbe mai un suo locale, ne’ una chiesa propria.

Al pari di altri centri dell’aquilano, anche Civitaretenga fu assediato da Braccio da Montone e dopo una breve resistenza fu costretto a capitolare come Caporciano.

Il suo centro storico, racchiuso fra i resti delle antiche mura che ancora mostrano tracce delle porte, è diviso in due zone, quella del ‘Castello’, sviluppato intorno alla torre di avvistamento, che e’ stata atterrata dal terremoto del 2009, e l’altra chiamata ‘Ru Bosc’ (Il Ghetto), sviluppato intorno alla piazza Giudea sulla quale si affaccia il Palazzo Perelli, che forse in antico era la vecchia sinagoga.

Civitaretenga dispone di due chiese importanti, S. Salvatore, non discosta dal Castello, che ha una facciata settecentesca con la cappella della Congrega al suo fianco, e la romanica chiesa di S. Antonio Abate con annesso convento, nei pressi del cimitero. Il convento ha un bel chiostro del XIII secolo e affreschi di vita del Santo.

A Civitaretenga nacque Patrizio di Giovanni d’Egidio, detto anche Giovanni dell’Aquila, docente all’Università di Padova nel 1463 presso la cattedra di Medicina, riconfermato nel 1472[6].

Civitaretenga e’ sede della Cooperativa Altopiano di Navelli e Civitaretenga per la produzione e la commercializzazione dello zafferano dell’Aquila.

 

fiore



[1] A. STUART, Architettura e urbanistica nel Medioevo tramano, Teramo 1980, p. 34.

[2] A.LA REGINA, cit. p. 140.

[3] Catalogus Baronum, cit. 1181 e 1186..

[4] Coloro che si trasferirono in città furono ospitati nei ‘locali’ di altri castelli. La lunga diatriba tra le diocesi dell’Aquila e di Valva si risolsero con unas bolla di papa Pasquale di Martino V, a favore dell’Aquila.

[5] C. FRANCHI, cit., , In Appendice, pp. 13-16.

[6] Fu caldeggiato da Lorenzo il Magnifico ad insegnare presso l’Università di Pisa. Nell’anno 1479 tornò a Padova con dispiacere dei pisani che vollero richiamarlo nel 1481, ma il Senato di Padova respinse la richiesta.