Coppito

Detto in antichita’ Popletum per la presenza di pioppi nel suo territorio, e’ citato per la prima volta in un diploma dell’imperatore Ottone I del mese di giugno del 956[1] e qualche anno più tardi, nel 969, quando i nipoti dell’abate di Farfa Campone, Sintaro e Giovanni, ne divennero signori[2]; con loro iniziò l’autonomia del borgo da Farfa e l’ascesa della sua potenza.
Coppito con il suo castello partecipò alla fondazione della città di Aquila.
Nell’anno 1228 i signori di Poppleto si ribellarono contro l’esercito dell’imperatore Federico II, ma sconfitti si rifugiarono a Capitignano, come riportato nella Cronica di Riccardo di S. Germano[3].
Di famiglia originaria di Poppleto, Buccio di Ranallo, rimatore aquilano vissuto fra la fine del XIII^ e la seconda metà del XIV^ secolo, scrisse la Cronaca aquilana[4], prima cronaca rimata italiana sulla storia della città dalla fondazione (1254) all’anno 1362.
Il piu’ notevole edificio di Coppito e’ la chiesa parrocchiale di S. Pietro, una chiesa romanica monumentale.
L’impianto della chiesa si può collocare nel panorama dell’architettura benedettina in Abruzzo, simile a S. Maria di Bominaco. Eretta sopra i resti di edifici romani e altomedioevali, la chiesa fu consacrata dal vescovo reatino Benincasa nel 1112, come si legge nella lapide in facciata, e in origine era a tre navate.
All’esterno si nota un fregio in calcare con festoni e una metopa con un bucranio in rilievo; si notano inoltre frammenti di cornice che segnano l’andamento curvilineo all’esterno dell’abside.
Sul campanile, a notevole altezza, è presente un rilievo con rappresentazione di gorgone; accanto ad essa appare un’aquila. La facciata della chiesa, completamente ricostruita nel cinquecento, è di forma “quadrata“, secondo lo stile delle facciate aquilane, e mostra una muratura in pietra squadrata con giro di lunette scolpite. E’ presente un portale con due stipiti che sorreggono come architrave un timpano di epoca romana. A sinistra del portale si trova la lapide che attesta la consacrazione del primo impianto e poco sopra un pannello raffigurante un grifo e un drago. La finestra e’ ornata a sinistra da un mascherone di età classica e a destra da una testa di leone. All’interno restano visibili la parte muraria, sul fianco sinistro, e l’intera zona presbiteriale dell’impianto medioevale. Nell’abside destra è stata ricavata un’apertura per l’ingresso nella canonica ; le absidi sinistra e di centro contengono, assieme alla parete al di sopra di esse, affreschi realizzati all’inizio del cinquecento da Francesco da Montereale.
Sono inoltre visibili le fasi decorative del settecento (altari laterali e soffitto) e del novecento, con la testimonianza pittorica, sul soffitto, di un allievo di Patini, raffiguranti episodi di vita del santo. L’apertura di alcune tamponature laterali, a causa del sisma del 2009, ha evidenziato un affresco della Natività attribuibile a Saturnino Gatti.
(annotazioni tratte da: S.Segenni: Amiternum e il suo territorio in età romana, Pisa 1985, e da M.Marchetti e B. Colasacco: Presentazione del restauro della chiesa di S.Pietro, 6/giugno/2006 ).
Sulla sommita’ del monte a sud ovest del paese si possono ancora vedere i resti monumentali del convento di Madonna delle Grazie, che un tempo aveva all’ingresso due leoni di epoca romana provenienti da Civitatomassa (Foruli).
Dopo la costruzione dell’Aquila e della chiesa di S.Pietro in citta’ i due leoni furono portati ad adornare il suo ingresso.
Vengono di seguito segnalati altri reperti antichi ritrovati a Coppito e nelle sue vicinanze.
– Elementi della base romana di Ponte Peschio sul fiume Raio (il ponte antico era a un solo arco e poggiava da una parte su un sasso vivo).
– Lapide con un’epigrafe attestante l’esistenza di una via Poplica Campana e l’indicazione per arrivare a un tempio (delubrum Feroniae) nelle vicinanze.
– Resti di una villa romana sotto al complesso della Caserma della Guardia di Finanza.
– Un antico pozzo, in località Madonna delle Grazie, da cui partiva una canalizzazione per la raccolta e distribuzione dell’acqua.
– Una necropoli italico-romana presso il lago Vetoio, dove esiste tuttora il rudere di un edificio di età romana (probabilmente il delubrum Feroniae).
[1] MHG., Dipl.. I, p. 624.
[2] Lib. Larg., I,. p 179
[3] M.G.H., Scriptores, XIV, 359
[4] La Cronaca aquilana, scritta in quartine di alessandrini monorimi, tratta della storia della città dalla fonazione (1254) al 1362.