Fontecchio, San Pio, Tione, Santa Maria del Ponte, Goriano Valli


Il Comune di Fontecchio (l’antica Fonticulum) è posto a 668 m di altitudine a cavallo tra la valle subequana e la piana di Navelli.

La presenza di popoli italici sul suo territorio è ben documentata, come attestato da rinvenimenti di mura di difesa, tombe e materiale fittile.

Resti di età romana, in particolare una bella lapide funeraria, li troviamo nella chiesa di S. Maria della Vittoria, edificata su di un tempio dedicato a Giove.

 

iscizione funebre sulla facciata deilla chiesa di S. Maria della Fortuna

Nella parte centrale dell’attuale abitato, all’interno del Palazzo Muzj, abbiamo i resti di una cisterna romana ed ancora presso il convento di S. Francesco venne alla luce un pavimento in opera reticolata.

Il paese attuale conserva ancora l’aspetto di borgo fortificato, anche se più volte ampliato nei secoli. In origine sul territorio erano presenti più vici: S Arcangelo, S. Felice, S. Pietro e Fons Tichiae e forse, solo dopo le incursioni saracene o ungare del IX secolo, gli abitanti decisero di riunirsi in un centro fortificato, “Castrum Funticulanum”.

Dal Catalogo dei Baroni sappiamo che nell’anno 1145 Fontecchio era feudo di due soldati a cavallo del signore Gualtiero di Gentile.

Nella tassazione imposta all’Aquila ed al suo contado da Carlo I d’Angiò del 17 dicembre 1269, Fonticulum era gravato per 11 once d’oro. Dalle decime della diocesi di Valva 1360 risultano presenti in Fontecchio quattro chiese, gravate ciascuna di una libbra annua di cera: S. Biagio, S. Maria a Graiano, S. Nicola, S. Pietro.

Fontecchio è presente nell’elenco del 1409 dei fuochi e delle tassazioni dei castelli sia intus che extra L’Aquila ed apparteneva al quartiere di S. Giorgio. Resistette valorosamente per 50 giorni all’assalto delle truppe di Braccio da Montone del 1423 e ancora nel 1508 contava 61 famiglie, mentre la sua frazione Villa S. Pii ne aveva 15.

Il centro abitato di Fontecchio conserva ancora i lineamenti di borgo fortificato con torri di avvistamento lungo le mura e porte di ingresso. Superata la Porta Castello, dopo una piccola rampa si giunge all’interno del borgo attraverso la Porta dell’Orologio.

 

borgo

Palazzo Muzji


Degna di nota è la chiesa di S. Maria della Pace, parrocchiale edificata nel centro del borgo tra il 1080 e 1095 e nel corso dei secoli ristrutturata più volte (l’aspetto attuale risale al XIX secolo). La facciata presenta paraste binate e coronamento a timpano, un portale architravato con sovrastante finestra. L’interno è a croce latina con piccole cappelle laterali e cupola. Nella parte più alta del paese vi sono i ruderi della chiesa di S. Nicola e tra gli stretti vicoli ci si imbatte in case-botteghe medievali ancor oggi ben conservate. Proseguendo verso la Porta dell’Orso, si giunge al palazzo baronale dei Corvi, edificio imponente, dalla struttura massiccia, con rimaneggiamenti del XVI secolo. Ma senza dubbio l’opera più rappresentativa di Fontecchio è la bellissima fontana trecentesca di scuola viterbese,con una vasca poligonale al centro della quale sta una colonna con quattro mascheroni dai quali fuoriesce l’acqua che alimenta la fontana. Sopra la colonna vi è una piccola edicola in stile gotico, affrescata.

nella piazza di Fontecchio

Non lontano dal centro abitato vi è la chiesa di S. Francesco e l’attiguo convento, un tempo ospedale per i poveri. La chiesa, precedentemente dedicata a S. Agnese, è ad aula unica e conserva affreschi della primitiva, che era più piccola, risalenti al secolo XII. La facciata presenta un portale a tutto sesto con capitelli ornati e rosetta con affresco di Madonna col Bambino e S. Francesco. Il chiostro del convento è reso suggestivo da portici a sesto acuto con loggiato da due lati. Attualmente la struttura è adibita a centro di studi e congressi.

Lungo la strada che conduce alla stazione ferroviaria, si scorgono i ruderi della chiesa di S. Maria della Vittoria, costruita sui ruderi di un tempio romano dedicato a Giove. Sono presenti resti di colonne, capitelli e pietre con iscrizioni latine. Sulla facciata della chiesa è presente un portale in pietra con lunetta sovrastato da una finestra quadrangolare, mentre l’interno è a navata unica.

Fontecchio diede i natali a Girolamo Pico Fonticulano, architetto ed urbanista, che scrisse di geometria e realizzò la più antica pianta della città dell’Aquila.

Sotto il borgo, lungo il fiume Aterno, si trovano due importanti monumenti: un ponte medievale ricostruito sui resti di un ponte romano e un mulino.

Non lontano dalla frazione di S. Pio è presente l’antico convento benedettino di S. Maria a Graiano, costruito su un terreno donato a Farfa dall’imperatore Ottone I nell’anno 962, venuto in Italia per rintracciare le reliquie dei martiri.

La costruzione della chiesa risale al X secolo e presenta una facciata a coronamento orizzontale, con portale centrale e stipiti in pietra, con timpano sormontato da una finestra rettangolare datata anno 1770; sul suo lato sinistro sono presenti cinque contrafforti per sopportare la spinta della volta a botte, mentre l’interno è ad aula unica e presenta piccole cappelle sulle pareti laterali.

Il convento è ormai fatiscente ma conserva ancora nel refettorio un affresco con scena del Cenacolo.

Sotto Fontecchio, sulle rive dell’Aterno, si trova un antico mulino

 

antico mulino ancora funzionante

e un ponte costruito su resti romani.

 

antico ponte sull'Aterno


(Pro loco tel. 0862850007)

Il Comune di Tione degli Abruzzi è posto a 581m di altitudine e comprende le frazioni di Goriano Valli e S. Maria del Ponte. Fu borgo fortificato, come attesta la torre quadrangolare che spicca sui resti di un recinto che in origine doveva essere a pianta triangolare.

Le prime notizie certe su Tione le traiamo dall’imposta di Carlo I d’Angio riguardante il territorio aquilano, del 17 dicembre del 1269, dove risulta che Tyone versava 5 once d’oro. Successivamente, con diploma di Carlo II d’Angiò del 28 settembre 1294, attinente la tassazione dei castelli intus et extra del contado aquilano, a Tione era associata la villa di S. Maria del Ponte (Thionum cum Villa de S.te Marie). Nell’anno 1349 il territorio di Tione venne distaccato dalla diocesi Valvense ed associato a quella dell’Aquila. Nella conta dei fuochi e dei carichi fiscali dei singoli castelli dell’anno 1409 Lu Tione faceva parte del quartiere di S. Giorgio; cento anni dopo e precisamente nel 1508, secondo la numerazione dei fuochi della Universitas Aquilana, Castrum Thioni contava 148 persone riunite in 39 famiglie.

Oltre la torre già descritta, degna di nota in Tione è la chiesa di S. Nicola di Bari del XIV secolo, sulla cui facciata è presente un portale architravato in pietra con sovrapposta finestra quadrangolare. L’interno e’ ad aula unica, in stile barocco, con un soffitto a capriate in legno; vi si trovano altari laterali ed affreschi del ‘400.

Altra chiesa degna di nota e’ quella dedicata a S. Vincenzo Martire, del XVII secolo.

Sulla facciata è presente, sopra al portale architravato, una finestra quadrangolare; l’interno e’ ad aula unica, con volta a botte ed un’abside semicircolare.

Al disopra del paese si trovano le “pagliare di Tione”, a circa 1000 m di altitudine, raggiungibili con un sentiero che porta attraverso il bosco al piano di Jano (luogo che rievoca le streghe, Jane ). Si possono raggiungere anche in auto con una stradina che passa da Goriano Valli e sale alle Pagliare. Le Pagliare erano piccoli abitati nei quali si spostavano, nella bella stagione, gli abitanti della valle dell’Aterno per coltivare la terra ( grano, patate, farro, lenticchie) e pascolare il bestiame (pecore, mucche). Recentemente recuperate vengono ora prevalentemente utilizzate a scopo turistico.

strada

 

Pagliare

 

monte


Il Borgo di S. Maria del Ponte, racchiuso da una antica cinta muraria con due porte di ingresso posizionate agli estremi dell’asse stradale, è posto sulla sponda sinistra del fiume Aterno, di fronte a Tione dal quale dipendeva e col quale condivide la storia.

borgo

Degna di nota è la chiesa-monastero benedettina di S. Maria del Ponte, collegiata del XII secolo, posta a valle del centro abitato.

chiesa

La prima notizia del monastero la traiamo da una bolla papale del 1138, dove viene citata “Santa Maria de Ponte. Dalla primitiva chiesa, forse a nave unica, si è passati a quella attuale a tre navate stravolta da un ampliamento del presbiterio fatto nel XVI secolo, che ha inglobato l’abside romanica.

Goriano Valli è un antico borgo-castello che ancora mostra resti della torre di avvistamento e delle mura di recinzione. Le prime notizie storiche sul borgo le troviamo in un documento del 997 relativo al Monastero di S. Vincenzo al Volturno, i cui possessi vengono elencati nel Liber Largitorius dell’anno 998, e, fra questi, compaiono le terre di Goriano.

Nell’anno 1045 Goriano Valli fu inglobata nella contea di Celano ad opera del conte Rainaldo.

Nella imposizione di Carlo I d’Angiò del dicembre del 1296 al contado aquilano, Gordianum de Valle è gravato per 16 once d’oro. Ugualmente troviamo Gordianum de Vallibus nella tassazione del 28 settembre 1294 di Carlo II. Nella conta dei fuochi e della valutazione dei beni dei castelli del contado del 1409, Gorianum è aggregato al quartiere di S. Giorgio dell’Aquila.

Nella parte più alta dell’abitato vi è il convento di S. Giorgio con la chiesa omonima, retto dai minori francescani; edificato nel 1610, il convento e’ stato a lungo abbandonato, per essere recuperato dopo un restauro. Dal 1998 è gestito da Legambiente per attività didattiche, con seminari e volontariato eco-compatibile. La chiesa del convento risale al XIII secolo e presenta un portale architravato con lunetta affrescata. Degna di nota e’ anche la torre fortificata di avvistamento di Goriano Valli, a pianta circolare e resti di recinto castellato.


I siti italici sono due: il Castellone a quota 948m e il vicino Monte S. Pio (q. 1005m). A. DE NINO,Notizie Scavi, a. 1899, p. 65ss.; CIL, IX, 3473.

A. LA REGINA, Ricerche, cit., p. 387. Precedentemente la chiesa era dedicata a S. Pietro.

Cat. Bar.cit., 1189. Gualterius Gentilis dixit quod tenet…in Balba da Principatu Fonte Coinum ( Fontecchio).

C. FRANCHI, cit., pp.122-123.

La chiesa di S. Nicolai de Fonticulis,risulta tra le decime della diocesi dell’Aquila nell’anno 1327. P. SELLA, Rationes, cit., p. 13.

Detta anche Porta dei Santi, è inserita nella omonima torre, di sezione quadrangolare con orologio del XIV secolo, tra i primi in Italia. La torre, coperta da un semplice tetto, presenta

GAVINI,Architettura, cit., II, pp.49,204. 281ss.

L’opera più importante fu “Breve descrittione di sette città d’Italia”.

Monastero benedettino maschile in origine, nel 1266 con Clemente V, divenne di osservanza femminile. Fu alle dipendente dell’abazia di Farfa (Chron. Farf.,357, II 75, 99, 140) e nel 1448 fu aggregato al Monastero di S. Maria di Collemaggio dell’Aquila.A. L. ANTINORI,Annali, cit., IX, p. 488-489, X, 15, 20, 241. Attualmente il complesso è ridotto in pessime condizioni, ed in modo particolare il monastero.

L’Imperatore era nella valle dell’Aterno per le reliquie del martire S. Massimo della vicina Aveia (Fossa).

Con un diploma dell’anno 967, l’Imperatore Ottone I riconfrerma all’abbazia di Farfa i suoi beni e privilegi in territorioquoque Balbensi duas curtes, idest Sancrae Mariae in Graiano et in Sancti Angeli, cum aliis curtibus et locis ex integro pertinentibus ad eas.

Dalla tipologia della torre, spoglia ed a base quadrata, possiamo considerarla tra le più antiche tra le torri di avvistamento del territorio. Si sviluppa in altezza per quasi 18m , con una base di circa 5m x 4,20m di lato, all’interno è ripartito in quattro piani comunicanti tra loro.

C. FRANCHI, cit., in Appendice, pp. 13-16.

Manoscritto presso l’Archivio di Stato dell’Aquila, A.C.A. U/ 97

Le due porte di stile gotico, sono dette: Porta Capo la Terra e Porta Piedi la Terra.

Prima del restauro del 1967-68 la struttura era molto degradata

La bolla venne riportata da Nunzio Faraglia nel Codice diplomaticosulmonese raccolto da Nunzio Federico Faraglia, Lanciano 1888, n. XXXIII. In altre bolle successive venne citata la chiesa, quella di Lucio III ( CELIDONIO, La diocesi di Valva e Sulmona, cit., III p 52) e quella di Clemente III del 1188.

N.F. FARAGLIA,Codice diplomatico sulmonese raccolto da Nunzio Federico Faraglia, Lanciano, 212.

C. FRANCHI,Difesa per la fedelissima città dell’Aquila….Naèpli 1792, pp. 132-136.

La torre a pianta circolare ha un diametro di 6,72 , alta quasi 23m, presenta all’interno vani sovrapposti su quattro livelli, con volte a botte. Gli ambienti sono di circa 3 m di diametro e collegati con un scaletta. L’ingresso era al I° piano e vi si accedeva attraverso una scale tta detraibile.