Navelli, Collepietro, San Benedetto in Perillis

Il territorio di Navelli
fu abitato a partire dal VI secolo a.C. da popoli italici, come ci conferma un’epigrafe in lingua vestina risalente al III secolo a.C. che menziona il vicus di Incerulae localizzato presso la chiesetta di S. Maria in Cerulis, attualmente dell’Annunziata, posta a fianco del cimitero, qualche centinaio di metri a nord-ovest di Navelli.
Dopo la caduta dell’Impero romano, e le invasioni dei barbari e le incursioni saracene, gli abitanti dei villaggi del territorio si arroccarono costruendo il borgo – fortezza cintato di mura, con cinque porte d’ingresso e al centro la chiesa di S.Pelino, protettore del borgo.
Nel 1173 il castello di Navelli, feudo di due soldati a cavallo, venne assegnato a Galgano di Collepietro, signore di Caporciano.
Navelli concorse con una quota- tassa di 11 once d’oro alla fondazione della città dell’Aquila facendo parte del suo contado, ma poiche’ la sua chiesa era fra le proprietà del monastero di S. Benedetto in Perillis, come citato nella bolla corografica di papa Clemente III, non ebbe il ‘locale’ nello spazio urbano.
Il territorio in quell’epoca fu teatro di lotte e violenti scontri, prima tra le Università di Navelli e quella di Collepietro per la definizione dei confini e per i pascoli, poi per l’assedio di Braccio da Montone nel 1423, cosi’ che per tutto il secolo XV rimase abitato costantemente da poco meno di un centinaio di famiglie (90 fuochi).
Navelli ha un buon numero di monumenti ed edifici prestigiosi. Tra questi vi e’ nella parte più alta del paese la chiesa parrocchiale secentesca di S. Sebastiano, ristrutturata in seguito in stile tardo barocco. Presenta all’interno tre navate e 13 altari, con la torre campanaria che è ciò che resta dell’antica torre quadrangolare inserita nelle mura del castello, sostenuta da un basamento a scarpa. Un’altro notevole monumento che risale al XVI secolo e’ la chiesa della Madonna del Rosario, restaurata in stile barocco dopo il terremoto del 1703. Presenta ai lati sei altari e volte dipinte .
Fuori dal paese, poco meno di 1 km in direzione di Civitaretenga, annessa al cimitero, vi e’ la bellissima chiesa romanica di S. Maria in Caerulis, realizzata nell’XI secolo sulle rovine di un tempio romano dedicato a Cerere, di cui sono visibili i resti di alcune colonne. La chiesa è a tre navate con quattro altari e nel sotterraneo venivano, in passato, sepolti i morti.
Tra gli edifici di prestigio spicca il palazzo baronale Santucci sorto nel 1632 sui ruderi di un antico castello medievale presso la chiesa di S. Sebastiano; presenta all’esterno quattro garitte angolari, e all’interno ha un vasto cortile con loggiato.
Altro edificio degno di nota è il palazzo Francescani, realizzato nel seicento ma ricostruito dopo il terremoto del 1703.
Da Navelli, procedendo lungo la strada che conduce a Popoli, dopo qualche chilometro si scorge, arroccato sulla sinistra il paese di Collepietro, che sorse probabilmente intorno al IX secolo dopo le incursioni saracene, quando gli abitanti della villa di S. Pietro e di Villa S. Leonardo vollero riunirsi in un borgo fortificato per potersi meglio difendere. Nel 926 il borgo entro’ a far parte del territorio di Collepietro, contea di Valva, sotto il conte Berardo detto il’Franciscus’.
Attorno al 1070, da poco iniziata la signoria dei Collepietri con il conte Teodino II della famiglia Berardi, i normanni conquistarono questo territorio, donandone in seguito gran parte alla chiesa di S. Pelino in Valva. Nel secolo successivo troviamo questo territorio, comprendente Civitaretenga, Isola del Gran Sasso, Palearia (dalla quale il ramo omonimo), Tossicia, e altri, ancora sotto il dominio del conte Oderisio, figlio di Gualtiero I di Collepietro, signore di Carapelle, che fu nominato dal re Ruggiero II Giustiziere del Regno col titolo di Palearia.
In quel periodo Oderisio favorì particolarmente i monasteri di S. Benedetto in Perillis e di S. Maria di Picciano e fece rifiorire la pastorizia con la riapertura delle vie verso il Tavoliere facilitando la transumanza.
Collepietro non concorse alla fondazione della città dell’Aquila, anche se successivamente fece parte del suo contado; cio’ nonostante nel 1269 fu tassato per 4 once d’oro da Carlo I d’Angiò.
Il borgo ha conservato in tutti questi anni il suo antico impianto di borgo medioevale adagiato sul declivio del colle e fortificato in forma ellittica, con la piazza centrale che accoglie la chiesa e riunisce tutti gli stretti vicoli che discendono a raggiera dal castello.
La torre di avvistamento e difesa, risalente al XI secolo è posta a nord del paese, nel punto più alto, connessa nelle mura perimetrali. Presenta una pianta quadrangolare di m 6 x 4 e si sviluppa in altezza per circa 10 m con tre piani all’interno.
Nel paese sono presenti case-torri con piccole finestre, che si sviluppano molto in altezza.
A sud di Navelli, non lontano, si incontra il borgo di San Benedetto in Perillis, piccolo borgo di un centinaio circa di abitanti; situato nell’area della piana di Navelli, a poca distanza da Popoli, a circa 850 m. di altitudine, domina tutta la conca peligna.
Di origini medievale, il borgo fu fortificato e si sviluppo’ attorno a un monastero benedettino risalente al VIII secolo che contribui’ notevolmente alla diffusione del monachesimo in tutto l’aquilano.
Il monastero – abbazia di S. Benedetto e ‘ una delle più antiche d’Abruzzo e la sua antica struttura e’ testimoniata dalla chiesa situata all’interno del borgo, che nel corso del tempo ha subito diversi rimaneggiamenti, fino a recuperare, dopo recenti restauri che hanno eliminato le varianti barocche, le originarie strutture altomedievali.
La chiesa, sul cui portale si puo’ ammirare un bellissimo fregio rappresentante una croce longobarda, e’ a tre navate e custodisce all’interno pregevoli affreschi.
Il centro storico del borgo e’ ancora ben conservato e nelle sue case piu’ antiche si possono ammirare ancora oggi dei particolari singolari.
San Benedetto in Perillis e’ attraversato dal ramo secondario del tratturo aquilano che, proveniente da Ofena e Navelli andava attraverso Collepietro a sud verso la costa.
Per quanto il borgo sia stato danneggiato dal terremoto del 2009 e di conseguenza i suoi monumenti piu’ notevoli non siano ancora completamente accessibili, tuttavia conserva il fascino di antico abitato.
I suoi piu’ interessanti monumenti, oltre all’abbazia benedettina,sono la chiesa della Madonna delle Grazie, il Museo civico ubicato nei locali di un ex frantoio settecentesco adaguatamente restaurato e l’antica chiesetta di S. Sebastiano. Caratteristiche sono anche le grotte nel centro storico, utilizzate nel corso del tempo come stalle o depositi.