Tagliacozzo, Cappadocia, Scurcola Marsicana


Il Comune di Tagliacozzo è costituito da 17 frazioni sparse con circa 7000 abitanti.

piazza di Tagliacozzo

Il territorio, nelle cui grotte sono state rinvenute tracce di attività umane risalenti alla preistoria, fu abitato dal popolo degli Equi e poi dai bellicosi Marsi, prima di essere conquistato dai Romani. La nascita del borgo si ebbe intorno IX secolo d. C., dopo le invasioni saracene, come agglomerato di abitazioni contadine attorno all’esistente convento dei SS. Cosma e Damiano che sappiamo essere stato dipendenza del Monastero di S. Angelo di Barrea.

Il borgo si sviluppo’ e si consolido’ sulla via Valeria all’inizio del l’XI secolo con la costruzione della fortezza sul monte Civita a sua difesa;

 

miliario trovato a Tagliacozzo

successivamente il suo territorio fu inglobato nella Contea dei Marsi, la cui sede era Celano. L’invasione dei Normanni della Marsica (1142) segnò la fine della contea ed il feudo di Tagliacozzo fu assegnato a Bartolomeo de Tallacozzo.

A questa famiglia si aggiunse nel 1173 quella dei de Pontibus, alla quale Carlo I d’Angiò affidò il feudo nel 1268. Nel 1270, con il matrimonio di Risabella, figlia di Bartolomeo De Pontibus, con Napoleone Orsini, Tagliacozzo entrò a far parte dei possessi della famiglia Orsini e nel 1381subi’ gli effetti della lotta tra Orsini e Colonnesi.

Il ducato di Tagliacozzo, rifiorito e sviluppato con l’annessione nel 1442 della contea di Albe e in grado di di battere moneta propria, rimase agli Orsini fino al 1497 quando fu donato dal re Federico ai Colonna, che lo mantennero fino al 1806.

Tra i monumenti degni di nota a Tagliacozzo abbiamo la chiesa dell’Annunziata prossima al Municipio, costruita verso la fine del XVI secolo su di una chiesetta dedicata a S. Giovanni Battista e fatta erigere da Roberto Orsini nel 1475. Sulla facciata e precisamente sul lato destro è presente un “ruota” per gli “esposti”, cioè i neonati abbandonati; l’interno presenta una nave unica voltata a botte e diverse cappelle laterali.

Altra chiesa interessante è quella del complesso conventuale di S. Francesco, costruito nel XIII secolo;

 

Tagliacozzo, convento di S. Francesco

la chiesa, rimaneggiata più volte e arricchita da molti stucchi nel XVIII secolo. La facciata è tripartita da fasce orizzontali, il portale della seconda metà del ‘400 è architravato con arco di scarico ogivale e nella parte superiore vi è un bellissimo rosone. L’interno a nave unica è diviso in tre campate con volte a crociera, presbiterio rialzato ed sulle pareti affreschi sulla vita del Santo. Nella chiesa sono conservate le spoglie di S. Tommaso da Celano.

Senza dubbio la chiesa di S. Cosma e Damiano è la più ricca di storia e d’arte di Tagliacozzo. Rimaneggiata notevolmente nei secoli, rimane di difficile lettura, anche se elementi scultorei di stile romanico, frammenti di ambone, di ciborio, sono murati ovunque. Uno splendido portale permette l’ accesso alla corte dove si scorge la facciata quattrocentesca della chiesa. L’interno, attualmente, presenta una pianta a croce latina ed un grande abside semicircolare.

Degno di nota è il Palazzo Ducale, edificio pregevole, fatto edificare nel Trecento dagli Orsini.

Non possiamo dimenticare la Piazza dell’Obelisco, che trae il nome da una fontana con al centro un obelisco; sulla piazza, di stile medievale, si affacciano palazzi ornati da bifore e loggiati porticati che nel 1810 furono murati ed inglobati nelle strutture per ordine di Gioacchino Marat.

Nella parte alta del borgo è presente il Teatro Talia, inaugurato nel 1888 e ristrutturato nel 2002; in origine era un convento benedettino poi adibito nel 1686 a luogo di spettacolo.

Nei dintorni di Tagliacozzo si trova una chiesetta in altura degna di visita.

Tagliacozzo - Chiesa di S. Maria del Soccorso

 

Usciti da Tagliacozzo ed imboccata la strada provinciale 23 Alto Liri che conduce a Cappadocia, paese adagiato sulle falde del Colle Secco a 1108 m di altitudine, dopo meno di 10 km si giunge alla bellissima Grotta di Verrecchia o più nota come Grotta di Beatrice Cenci, ricca di stalattiti, stalagmiti e ampi saloni, che risulta essere stata abitata dall’uomo in epoca preistorica, come testimoniano resti di attività risalenti all’età del bronzo. Altri notevoli rinvenimenti del neolitico sono stati rinvenuti nella Grotta Cola prossima a Petrella Liri.

In età storica il territorio fu abitato dall’antica popolazione umbro-sabellica degli Equi e venne conquistato definitivamente dai romani nel 304 a.C..

Il nome Cappadocia compare per la prima volta in una bolla corografica di papa Clemente III del 1187 citando le chiese appartenenti alla diocesi: Sancti Blasii et Sanctae Margheritae in Cappadocia.

Cappadocia fu soggetta al monastero di Montecassino ed i monaci vi fondarono due conventi: quello di S. Tommaso, prossimo alle sorgenti del fiume Liri, in contrada La Spogna e quello si S. Pietro presso la fonte attualmente detta Fonte Nina, a sud-est di Petrella.

Il Castrum Cappadoci era riportato nell’elenco dei castelli di confine da riparare, voluto nel 1271 da Carlo I d’Angiò. Appartenne po alla contea di Tagliacozzo seguendone tutte le vicende, sotto gli Orsini prima e poi sotto i Colonna, fino al 1806.

Due le antiche chiese notevoli del borgo : S. Margherita, ricostruita nel centro del paese, e la chiesa parrocchiale di S. Biagio ampliata e ristrutturata nel XVII secolo; la sua facciata mantiene lo stile romanico originario, con rosone tamponato e massiccio campanile a tre ordini, ma l’interno risulta, stranamente, ripartito in due navate.

Scurcola Marsicana

Il paese di Scurcola, con oltre 2500 abitanti, si trova a circa 700 m di altitudine, adagiato alle falde di un colle prossimo ai Piani Palentini, dove e’ sono venute alla luce testimonianze della presenza umana fin dall’età del Bronzo e del Ferro, con la scoperta di una necropoli ai piedi del monte S. Nicola, non lontano dal fiume Imele.

 

vista di Scurcola, frazione di Tagliacozzo

Sempre dello stesso periodo è stato scoperto sulla sommità del Monte S. Nicolaun insediamento fortificato con due cinte murarie e due porte

In epoca storica il territorio fu abitato dagli Equi, popolo di pastori ed agricoltori, che cercarono di opporsi all’ espansione romana in oltre 60 anni di scontri (458- 396 a.C.), venendo poi definitivamente annientati dal console romano Sempronio nel 303 a.C., che ne divento’ “ager publicus aequicolanus”.

Dopo la caduta dell’Impero di Roma, il territorio fu assoggettato dai Goti e dai Bizantini, e poi dai Longobardi, entrando a far parte del Ducato di Spoleto. Forse fu in quel periodo che sul Monte S. Nicola sorse Scurcola (dal longobardo skulk, cioè posto di guardia), per il controllo della sottostante via Valeria.

Le ripetute scorrerie saracene del X secolo, spinsero gli abitanti, sparsi sul territorio, a difendersi riparando sulle alture, negli antichi centri fortificati italiaci.

Nel 1143 il territorio fu conquistato dai Normanni, giunti nella Marsica attraverso la Valle Roveto, e forse in questi anni venne costruita una torre di avvistamento circondata da una cerchia di mura che successivamente fu inglobata nel castello. Vennero riorganizzati i poteri locali e nell’anno 1150 compare per la prima volta Sculcule, quale feudo della famiglia De Pontibus; la dominazione Sveva porto’ al territorio un periodo di tranquillità e di crescita economica, legata alla ripresa della transumanza ed allo sviluppo dell’agricoltura. Questo perriodo di pace termino’ negli anni 60 del XII sec con l’inizio delle ostilita’ fra Svevi ed Angioini e nell’agosto del 1268, nei Piani Patentini, proprio ai piedi del borgo di Scurcola si ebbe la sconfitta di Corradino che determinò la fine della dinastia tedesca e l’inizio della dominazione Angioina. L’anno successivo fu infeudato signore di Scurcola Oderisio De Pontibus, figlio di Andrea, miles di Tagliacozzo, da Carlo I d’Angiò.

Dopo la vittoria di Scurcola, Carlo I fece costruire per ringraziamento il monastero e la chiesa di S. Maria della Vittoria dedicata alla Madonna, chiesa che fu inaugurata in sua presenza il 12 maggio del 1278. Successivamente Scurcola seguì le sorti della Marsica e nel XV secolo divenne proprietà della famiglia degli Orsini, quindi dei Colonna.

 

Tra i monumenti degni di nota abbiamo al chiesa parrocchiale della SS. Trinità, sorta intorno al 1570, posta a valle del paese; la facciata in stile barocco presenta una scalinata di accesso che la impreziosisce ed un marcapiano che la divide in due. Nella parte inferiore sono presenti sei lesene, mentre la superiore ne presenta solo quattro. Sopra il portale , nel centro, vi è una finestra quadrata ed un timpano triangolare chiude la facciata; l’interno, voltato a botte, è ad aula unica molto ampia, con cinque cappelle per lato.

 

Cattedrale di Scurcola Marsicana

Fuori dalle mura di Scurcola, presso la Via Valeria sorge l’antica chiesa di S. Egidio, costruita dopo l’anno 1000, quale pieve destinata ai pellegrini che si recavano alla basilica romana di S. Pietro.

La troviamo citata come pieve in una bolla corografica di papa Clemente III diretta al vescovo dei Marsi Eliano, e tale rimase fino al XVI secolo.

Il castello Orsini fu costruito nella parte più alta del paese per il controllo della Valle del Salto e dell’antica Via Valeria; ha l’aspetto di una fortezza ben munita a pianta triangolare con due torrioni cilindrici ai due vertici, uno a sud e l’altro ad est, mentre un poderoso puntone di forma ovoidale a nord-ovest. Nel centro del castello è presente una torre duecentesca con pianta pentagonale, fatta costruire dalla famiglia De Pontibus.


Resti di lastricato stradale della via Valeria vennero alla luce in passato ed in contrada Calvario era presente una pietra miliaria ( S. ZENODOCCHIO, Antica viabilità, cit., p. 205. Sempre nel territorio le epigrafi riportate sul CIL, IX, 3952, 3961.

Risulta nell’elenco dei possessi riconfermati al monastero di S. Angelo di Barrea da Ludovico II dell’873 : S. Cosma in Ellereto.A.L.ANTINORI,Corografia, cit., XXXIV/V, pp. 712-761; M. INGUANEZ, Le pergamene, cit. pp. 227-265.

Cat. Bar. Cit., 1121..Bonavenbtura de Tallacoczo tenet a dominio Rege Tallacoczum quod sicut dixit est pheudum IIII militum.

Il feudo di Tagliacozzo fu assegnato da Carlo I d’Angiò alla famiglia De Pontibus per la loro neutralità nella Battaglia di Tagliacozzo del 1268. La Battaglia di Tagliacozzo si combatté fra Corradino di Svevia e Carlo I d’Angiò il 244 agosto del 1268 , con la vittoria di quest’ultimo. ( A. MARINI, La battaglia di Tagliacozzo, in Atti del Convegno storico abruzzese-molisano, II, Casalbordino, 1935.

P.A. CORSIGNANI,Della Reggia Marsicana ovvero Memorie topografiche storiche di varie colonie e città antiche e moderne della Provincia dei marsi, Napoli MDCCXXXVIII, vol. I, pp., 309-310.

Fu tra le prime zecche in Abruzzo ed i tipi di monete coniate furono due: il bolognino ed il cavallo.

S. COSENTINO, V. D’ ERCOLE, G. MIELI, L’utilizzo delle grotte del Fucino nella protostoria, in Fucino e le aree limitrofe nell’antichità, Atti del secondo convegno di Archeologia, (Celano 26-28 novembre 1999, Roma 2001) pp. 133-168; A. FIORILLO, Storia di Cappadocia, Putrella.Verrecchie,Roma, 2005, pp. 6-7.

Sono venuti alla luce resti di stoviglie in creta , un’ascia litica di color verde ed ossa di orso speleo (Ursus spelaeus), simile a quello morsicano, ed estinto con l’ultimo periodo glaciale , circa 10.000 anni fa.

Dei due conventi non rimangono che poche tracce.

F. COLUCCI-U. IRTI, Una necropoli dell’età del Ferro a Scurcola Marsicana ( Fucino), in Atti della Società Toscana di Scienze Naturali, Serie A, voll. XV e XVI, 1983-1984. Successivamente sono venuti alla luce altre tombe databili al IX seolo a.C. nei Piani Patentini.

G. GROSSI,Cappelle e i piani Patentini nell’antichità (X sec. a.C.-VI d.C.), in AA.VV., Cappelle dei Marsi, Roma 1980, pp. 47-158.

M. MORETTI, Architettura medievale in Abruzzo, Roma 1971, pp. 894-96.