Tornimparte, Rocca Santo Stefano, Lucoli

Tornimparte e’ l’insieme di circa 20 frazioni, con sede in Villagrande.
Su questo territorio la presenza umana è attestata sia in età romana, come risulta da rinvenimenti di tombe e di epigrafirisalenti a quest’epoca, che in epoche posteriori in particolare quella longobarda, come attestato dalla presenza di toponimi quali Fara e Colle Ferinelli. La probabile occupazione longobarda e’ anche confermata dal tradizionale evento che ogni anno Tornimparte ripete nella notte fra il 30 aprile e l’alba del primo maggio attorno all’abero di maggio o Calén (commemorativo dell’antichissimo rito pagano de ‘Ju Calenne’).
Nel Medioevo Tornimparte e’ citato in documenti (XII sec.) come feudo dei baroni normanni Gentile e Gualtiero di Poppleto (Coppito), feudo avuto in possesso direttamente dal re; nel 1269 questo feudo concorse alla fondazione dell’Aquila con la tassa di 7 once d’oro.
Tra i monumenti degni di nota del Comune di Tornimparte, senza dubbio vi è la chiesa di S. Panfilo di Villagrande.
Costruita nel XII secolo e rimaneggiata nei secoli XV e XVII, presenta un profondo porticato (forse del XVIII secolo) a quattro pilastri e la facciata, in conci calcarei, caratterizzata da un portale laterale sulla destra, mentre sulla sinistra sono presenti affreschi di Santi e una Madonna col Bambino risalenti al XIV secolo.
L’interno della chiesa è diviso in quattro navate, irregolari quelle di destra, con un’abside circolare allungata ornata da un ciclo di affreschi eseguiti da Saturnino Gatti tra il 1489-1494;
nella volta dell’abside è presente la figura dell’Eterno attorniato da cherubini, mentre momenti di vita di Cristo ne ricoprono le pareti.
Nella frazione di Rocca S. Stefano si trova, nelle pendici del monte, la bella abbazia di S. Stefano (raggiungibile, preferibilmente a piedi, tramite un percorso che inizia dalla diramazione di Colle Marino), sopra la quale, a poca distanza, sono ancora visibili i ruderi della omonima rocca. Riportiamo asotto lcune foto (una, dell’abbazia recentemente restaurata e altre due, della stessa abbazie e dei resti della rocca, come si presentavano alcune decine d’anni fa)
E’ da segnalare, nelle vicinanze, la località di Lucoli, comune di 16 frazioni la cui sede è presso Collimento. Gia’ menzionata attorno all’VIII, Lucoli compare nell’elenco dei servi dell’abbazia di Farfa , che nell’anno 884 riceveva le sostanze di Tedgerio, Castaldo di Collimento e S. Menna, poste nel territorio forconese.
Lucoli e’ poi citata, con le sue chiese, ville e pertinenze, nella bolla papale del 1178 di Alessandro III al suo vescovo, confermandola tra i suoi possessi della diocesi di Forcona. Si trova poi, in epoca angioina, possesso dei conti Tedino e Berardo citati nel catalogo dei baroni del 1284. Si ricorda in particolare l’antichissima chiesa di Santa Menna del IX sec. con l’affresco della crocifissione attribuito a Saturnino Gatti.
Riguardo a Collimento i documenti piu’ antichi citano un suo primo conte, nell’anno 1077, nella persona di Odorisio, fondatore dell’abbazia benedettina di S.Giovanni Battista, tuttora importante patrimonio artistico-culturale, e donatore della stessa, assieme ai beni del territorio, all’abate Pietro.
Nei restauri a seguito del terremoto del 1703 l’abbazia fu trasformata in stile barocco, ma l’ultim restauro, nel 1994, l’ha riportata al suo aspetto originario.
All’interno vi è un interessante ciclo di affreschi e un organo del Farina di Guardiagrele del 1500, ritenuto il più antico d’Abruzzo.
Guardando l’abbazia sul pendio che da’ sulla facciata, si vede in lontanaza, sullo sfondo, la chiesetta medioevale di S. Michele Arcangelo che domina la valle.
Poco distante da Lucoli vi è la piana di Campo Felice, nota località sciistica.
Lasciata la Statale 17 a sud di Civitatomassa si imbocca la Strada Provinciale 1 ‘Amiternina’, e dopo circa 8 km si giunge a Villagrande. Questa strada è stata da sempre il tramite per il Cicolano ( E. MIGLIARIO, Uomini,cit., p. 86).
I Longobardi in armi erano organizzati per nuclei famigliari detti Fare, ed in Fare erano ripartiti i territori conquistati.
Nella notte del 30 aprile, dai giovani del luogo, viene tagliato un grosso albero che viene poi sfrondato e prima che il sole sorga viene piantato davanti al sagrato della chiesa parrocchiale di S. Panfilo, patrono del paese. L’albero, simbolo di fertilità, viene poi tagliato il 31 maggio, venduto all’asta ed i proventi devoluti per la Festa di S. Antonio.
E. JAMISON, Catalogus, cit. 1158. Tornimparte era feudo di un soldato e mezzo, quindi composto da 36 fuochi (famiglie), cioè poco meno di 200 persone.
Originariamente la chiesa era a tre navate, attualmente presenta una navata centrale, una di sinistra e due di destra.
Saturnino Gatti, figlio di Giovanni, nacque a S. Vittorino nel 1463, si formò nelle scuole del Verrocchio e del Perugino. Per dare inizio a questo lavoro ricevette un acconto di 45 fiorini da Antonio Paoluccio il 23 maggio del 1489.